
A oltre 48 ore dal terremoto, ieri sera, le immagini dal Nepal raccontavano ancora di uomini seduti sulle rovine della loro casa, impotenti, disperati, il volto fra le mani. Sotto a quelle rovine, a Kathmandu e ancora più nei villaggi attorno, non raggiunti ancora e isolati, sta un numero non calcolabile di dispersi. Almeno seimila, secondo la Caritas nepalese. Forse più. Morti, o intrappolati e senza possibilità di salvezza.