Storia

foto-chiesaChi oggi, percorrendo la via Emilia da Bologna in direzione di Castel San Pietro, giunge in vista della frazione di Osteria Grande, non può fare a meno di notare sulla destra, prima dell’abitato, la mole di una chiesa di notevoli proporzioni le cui forme, ispirate allo stile romanico, bastano a qualificarla come una costruzione eretta fra l’Ottocento ed il Novecento quando nell’edilizia ecclesiastica erano molto in voga i revivals stilistici bizantini, romanici e gotici.

Si tratta della nuova chiesa parrocchiale di S. Giorgio di Varignana che fu qui costruita di sana pianta fra il 1898 ed il 1903, abbandonando l’antica chiesa che si trovava nella zona collinare due chilometri a sud della via Emilia, nella valle del torrente Quaderna, ai piedi del colle su cui sorse l’antico castello di Varignana.

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Il trasferimento della sede parrocchiale più a valle si rese necessario per consentire un più comodo accesso della popolazione, i cui nuclei principali

di insediamento si attestavano ormai sulla via Emilia, contrariamente a quanto avvenuto nei secoli precedenti in cui, per ragioni di difesa, i centri abitati erano collocati in cima ai colli come, appunto, nel caso del castello di Varignana.

A ciò si aggiunga che nei secoli dell’alto Medioevo la zona di pianura, a nord della grande via consolare, era spesso soggetta ad inondazioni e impaludamenti dovuti al corso sregolato dei fiumi che scendevano dall’Appennino, per cui i terreni di più sicura e affidabile coltivazione erano quelli collinari: e perciò in essi si concentrava una popolazione che aveva nell’agricoltura la sua maggiore attività.

La Chiesa, si sa, ha per oggetto gli uomini che sono i destinatari del suo messaggio di salvezza: per questo i luoghi di culto seguono gli uomini nei loro spostamenti. Per S. Giorgio di Varignana ciò è avvenuto cent’anni or sono, ma ciò non deve farci dimenticare i secoli di storia e di fede che hanno preceduto la situazione attuale. SAN-GIORGIO7_2Conoscere il passato è condizione indispensabile per meglio capire e valutare il presente: pertanto, anche nel nostro caso, è quanto mai opportuno che la storia degli ultimi cent’anni della parrocchia di S. Giorgio di Varignana, simboleggiata dalla nuova chiesa, venga collegata con quella di altri nove secoli che l’hanno preceduta.

Varignana, frazione odierna del Comune di Castel San Pietro Terme, ha il suo centro storico nel nucleo abitato posto sul colle ove esistette il castello, detto appunto di Varignana, a circa tre chilometri a sud della via Emilia. Il nome Varignana deriva certamente dalla denominazione di un fundus di età romana (fundus Varinianus), cioè da una proprietà di una persona chiamata Varinius(1), attorno alla quale si sviluppò un vicus (borgo o villaggio) recinto poi, forse già in età altomedievale, di mura, dando luogo ad un castrum (castello)(2). Ma sul termine “castello” non sarà inutile una precisazione.

Oggi la parola “castello” evoca genericamente l’idea della dimora fortificata di un signorotto feudale, da cui egli controllava il territorio che ricadeva sotto la sua giurisdizione; un fortilizio di limitata estensione, fornito di almeno una torre e circondato da apprestamenti difensivi quali un fossato e mura merlate. Ma i castelli dei secoli X – XII, come era quello di Varignana, erano qualcosa di assai diverso. Si trattava di recinti fortificati, più o meno estesi, e collocati nei luoghi più facilmente difendibili (come, appunto, la cima di un colle), che comprendevano non solo la sede del titolare dell’autorità (feudatario, vassallo o, più tardi, i consoli di un eventuale comune rurale e infine, sotto il regime comunale bolognese, un podestà o un vicario), ma anche abitazioni e botteghe di artigiani e solitamente un’osteria e una chiesa. Era insomma, il castello, il centro della vita civile del territorio circostante e, nel contempo, il luogo in cui, in caso di pericolo, potevano temporaneamente trovare rifugio i “rustici”, cioè i contadini dei dintorni.SAN-GIORGIO-6