Gesú, Principe della pace (Padre Francesco Bottacin)

É importante ricordare perché non cada nel dimenticatoio mediatico una novitá del 2011, che è appena terminato: una novitá triste e preparata da almeno vent’anni. Poche settimane fa, la foto di Gheddafi, coperto dal suo sangue e senza vita, campeggiava nella prima pagina dei quotidiani, dei telegiornali, dei siti web, come un trofeo di caccia; con il merito acquisito degli eroi che l’hanno ucciso e che, secondo la maggioranza degli esperti commentatori, giornalisti e diplomatici, hanno aperto per la Libia e l’umanitá un nuovo tempo di democrazia; eroi, quindi, senza paura e senza colpa che in questo modo legalizzano l’omicidio e la strage. Di sicuro non si tratta dell’omicidio di un innocente, ma sempre di omicidio si tratta, anche se si considera un sacrificio necessario per raggiungere la pace e la tranquillità.. Sempre nel 2011, il 2 di maggio, abbiamo dovuto vedere le stesse immagini ed ascoltare gli stessi commenti su un altro uomo: Bin Laden. Allora, come poche settimane fa, famosi critici parlarono di un tempo nuovo che si apriva grazie alla morte, per assassinio, di Bin Laden. Colpisce il fatto che si tratta dell’omicidio di due persone colpevoli, fra le altre cose, di aver parlato di “guerra santa”, una realtá cattiva solo se non é protetta dall’ombrello delle risoluzioni internazionali che a volte fanno un cattivo servizio alla stessa buona volontá dell’ONU. Inoltre, nei due casi, si é trattato di una condanna a morte senza la possibilitá di difendersi in un legittimo processo.
Dopo i disastri della seconda guerra mondiale, grazie all’ONU, l’umanitá arrivò a proclamare i Diritti Umani, e per difenderli aveva relegato la guerra al di fuori della legalitá. Nella stessa linea, e addirittura superandola, Giovanni XXIII aveva condannato qualsiasi tipo di guerra, anche la difensiva, nella nostra era atomica. Vale a dire che l’omicidio e la guerra solo possono far retrocedere il cammino dell’umanitá verso la legge della giungla. Negli ultimi vent’anni abbiamo visto giustificare la guerra in Iraq ed Afganistan, l’ingerenza umanitaria, in ultima istanza armata, nella ex Yugoslavia e ultimamente in Libia; la conseguenza diretta, cosa che non accadeva negli ultimi anni (forse perché il buon senso comune non lo ammetteva ancora), l’assa ssinio di una persona, comandante in capo dell’esercito nemico, é salutato come motivo di progresso per l’umanitá, con un quasi totale

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consenso mediatico, senza importanti pareri differenti. La nascita di Gesú, Principe della pace, salutata dal canto degli angeli “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” ha aperto un cammino diverso. La sua esperienza terrena non ha mai condiviso la violenza, neanche per difendere la sua vita, offerta per i suoi crocifissori. La Chiesa, sacramento di Cristo, continua e mostra questo cammino, nonostante non sia accettato dalla maggioranza.

P. Francesco Bottacin

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